Con il 31 marzo 2022, si conclude lo stato di emergenza per il Covid 19. Questa decisione del governo, porterà a dei cambianenti e delle novità per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche. Segno di un ritorno graduale alla normalità anche per quanto riguarda i nostri momenti di preghiera. La più significativa quella del distanziamento, che era stato programmato dopo la ripresa delle celebrazioni pubbliche. Dal 1 aprile verrà abrogato e si tornerà in Chiesa con capienza piena.
Di seguito le indicazioni diocesane dettagliate approvate dal nostro Vesvovo:
Viste le indicazioni della CEI il vescovo Renato stabilisce le seguenti norme da osservarsi in tutto il territorio diocesano dal 1° aprile 2022 fino ad ulteriori comunicazioni.
• obbligo di mascherine: nei luoghi di culto al chiuso si acceda sempre indossando la mascherina;
• distanziamento: non è obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di un metro, per cui le chiese possono tornare alla piena capienza. Si provveda ad evitare assembramenti specialmente all’ingresso, all’uscita e tra le persone che seguono le celebrazioni in piedi;
• igienizzazione: si igienizzino sempre le mani all’ingresso dei luoghi di culto;
• acquasantiere: si continui a tenerle vuote;
• scambio di pace: si continui a volgere i propri occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, senza contatti fisici (stretta di mano o abbraccio);
• Eucaristia: le pissidi restino coperte fino alla distribuzione della Comunione, così anche i calici nelle concelebrazioni; indossata la mascherina, ci si igienizzi le mani e si distribuisca la comunione solo sulla mano (non in bocca);
• igiene ambienti: si abbia cura di favorire il ricambio dell’aria, specie prima e dopo le celebrazioni. Durante le stesse è necessario lasciare aperta qualche porta e/o finestra. I luoghi sacri, comprese le sagrestie, siano igienizzati periodicamente mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti;
• processioni: è possibile riprendere la pratica delle processioni.
INDICAZIONI LITURGICHE
- Si esortino i fedeli alla partecipazione in presenza alle celebrazioni liturgiche limitando la ripresa in streaming delle celebrazioni e l’uso dei social media solo a casi di particolare necessità.
- L’attenuarsi delle limitazioni sanitarie ci permette di curare con più serenità e attenzione le nostre liturgie anche attraverso i segni liturgici che in questo periodo non abbiamo potuto fare, come ad esempio, le tre processioni su cui è ritmata la celebrazione eucaristica. Queste processioni anziché essere riservate a poche occasioni annuali, potrebbero diventare la norma della liturgia domenicale e festiva: la processione di ingresso, la processione dei doni, la processione alla comunione.
- Processione d’ingresso con i chierichetti e gli eventuali altri ministri (ad es. lettori): simbolo della Chiesa radunata dal Signore come comunità strutturata (i vari ministri), che cammina cantando la propria fede (canto di ingresso ha la funzione di accompagnare la processione) nella sequela della croce di Cristo e nell’ascolto della sua Parola (croce astile ed evangeliario). Il passare attraverso l’assemblea (e non per la via più breve per giungere all’altare) ha una forte valenza simbolica. (cfr. OGMR 47-49.120-124)
- Processione dei doni: avendo cura di igienizzarsi le mani prima di portare i doni alcuni fedeli portano il pane e il vino all’altare, manifestando la partecipazione dell’assemblea all’offerta di chi presiede; da ricordare che l’altare deve essere preparato in questo momento e non prima (OGMR 306). (cfr. OGMR 73-75.139-142)
- Processione di Comunione (con il dialogo personale “Il Corpo di Cristo. Amen”): segno della comunità in cammino per incontrare il Signore, mettendo maggiormente in luce il carattere comunitario e non individuale della comunione anche attraverso l’accordo delle voci nel canto che accompagna la processione. (cfr. OGMR 75-87.159-162)