In questa giornata di venerdì 13 maggio, memoria liturgica della Madonna di Fatima, ci è arrivata la triste notizia della morte di don Lino Del Favero.
Amo pensare che sia stata proprio la Madre di Dio, che tanto amava, che lo ha preso per mano, nel condurlo all’incontro definitivo con il Figlio Suo, quel buon Pastore che don Lino ha davvero incarnato nei suoi lunghi anni di vita sacerdotale.
Sono 57 gli anni di sacerdozio di don Lino, molti dei quali vissuti e condivisi con la comunità di Calalzo, prima come cappellano dal 1965, appena ordinato presbitero, fino al 1969, per poi tornarci come Parroco nel 1979 dove rimase guida pastorale fino al 1995. In totale 20 anni, 4 da cooperatore, con don Giuseppe, e poi i 16 anni successivi dove è stato guida pastorale saggia e fedele nel portare avanti la missione di parroco nella comunità calaltina.
Sento di dover dire il grazie a don Lino, proprio a nome di tanti parrocchiani, per il bene donato con generosità e senza badare a tempo ed energie come sapeva fare lui. Tante sono state le iniziative che sono nate in quegli anni e portate avanti con passione e zelo e anche con uno slancio che possiamo definire profetico, anticipando i tempi in tanti settori della pastorale, come quello della carità con il gruppo insieme si può, con le attività dei giovani nei campeggi in Aiarnola, nel attivare il consiglio pastorale, nel dare spazio ai laici, valorizzando i ministri straordinari dell’ Eucaristia, i lettori, i catechisti e gli animatori. Guardando i bollettini parrocchiali, ho sempre avuto il pensiero che don Lino fosse un prete “avanti”, nel senso pastorale del termine. Aveva anticipato i tempi, sempre però mostrando il desiderio di esserci e di sentire concretamente la sua responsabilità di parroco.
I tratti della sua umanità vera, sincera e buona, mi sono ritornati spesso al cuore e alla mente, dalla voce di alcuni parrocchiani, per aver avuto in don Lino, una guida forte che ha avvicinato alla fede e sostenuto nei momenti difficili.
Accanto al grazie che sento di fare a nome della comunità di Calalzo, sento di dover unire un grazie personale per i momenti significativi che ho avuto la possibilità di vivere con don Lino. Sento oggi di aver perso un altra figura importante della mia formazione. Ho avuto direi il privilegio e il dono, di condividere un po’ di esperienza pastorale negli anni di seminario con lui a Pieve d’ Alpago. L’anno 2007- 2008. Momenti in cui ho potuto vedere da vicino la passione di don Lino, la sua concretezza, il suo piglio pastorale deciso e innovativo, il suo amore e passione nel curare il foglio settimanale, i libretti, i momenti di preparazione per i pellegrinaggi a Lourdes, luogo tanto amato e vissuto da don Lino come assistente unitalsi.
Desidero ringraziarti don Lino, per quel tratto di cammino insieme che da lì in poi è sempre continuato nella stima e nell’ affetto. Grazie per la fiducia che hai riposto in me, accompagnando e sostenendo la mia vocazione, nel affidarmi vari ambiti della parrocchia in quell anno, come i giovani e il catechismo e anche la preparazione della liturgia. Ti sono riconoscente per tante cose, anche per quel tratto umano di presenza e di vicinanza che sempre hai avuto. Mi spiace che in questi ultimi anni, quelli più faticosi della fragilità, tu non abbia sempre percepito fraternità anche dai tuoi confratelli, soffrendo un po’ la solitudine. Questo scrivevi nel 2018 al vescovo e a noi preti:
Carissimo Vescovo Renato,
carissimo Vescovo Giuseppe,
carissimi confratelli sacerdoti,
mi permetto di inviarvi tramite mail in breve la descrizione del mio cammino faticoso e impegnativo degli ultimi mesi vissuti tra prove e difficoltà.
Innanzitutto c’è la sofferenza della malattia che ovviamente si esprime nel male fisico e nella fatica della sofferenza che in maniera più o meno forte si manifesta nelle membra.
Altra sofferenza di ordine morale è il peso della solitudine che, da un lato, ti avvilisce perché per giorni interi ti impedisce di comunicare con tutti gli amici e gli estranei, dall’altro ti fa sentire fuori dalla realtà principalmente con coloro con i quali per anni hai condiviso anni di vita e belle attività. Praticamente sei fuori dalla realtà.
Si potrebbero aggiungere tutti i mali fisici che quotidianamente vengono ad appesantire la vita, oltre ai quali ultimamente è sopravvenuta la necessità di un intervento agli occhi.
Cosa dire e cosa fare? Che cosa chiedere e invocare?
Aumentare la fede, accrescere la carità e aggrapparsi con più forza a Lui e alla speranza. E allora chiedo con tanta forza il vostro aiuto per non lasciarmi prendere dallo sconforto e per sentire la vostra vicinanza fatta di fede e anche di una buona presenza.
Vi ringrazio, così come sono riconoscente a chi mi è stato vicino in questi mesi e alle due strutture che mi hanno accolto, e unito a Dio invoco la vostra benedizione
don Lino
Grazie per queste parole, che mostravano il tuo desiderio di condividere, grazie per il dono del tuo sacerdozio, grazie per la tua testimonianza di buon Pastore e grazie per quelle parole che mi hai detto quando hai saputo che diventavo parroco di Calalzo. Mi hai incoraggiato dicendomi : “non preoccuparti a Calalzo troverai buona gente!”. Quella buona gente che hai saputo guidare e formare tu, valorizzando e promuovendo anche il nascere di vocazioni che hai saputo cogliere e far maturare, come quella di don Ezio a Calalzo e quella di don Moreno a Farra.
Ora ti affidiamo al buon Pastore, certi che Lui ti ricompensarà, lì dove non c’è solitudine ma il compimento della vita e l’incontro con chi ti ha preceduto, lì dove ogni lacrima sarà asciugata, li nell’ abbraccio definitivo con il buon Pastore!
Grazie don Lino, continua a guidarci da lassù!
Con affetto don Simone